2/08/2011

UN'INTERVISTA MANCATA...




Alla base di quest'articolo c'è un'intervista mancata. Grivas aveva parlato molto negli ultimi mesi. Ad un certo punto si è accorto di aver parlato troppo. Sono capitato ad Atene nel momento del ravvedimento. Da ciò l'insuccesso del mio tentativo per un colloquio.
Fuori dall'episodio giornalistico, il silenzio del liberatore di Cipro pesa assai sulla Grecia d'oggi. Egli gode infatti di una pericolosa popolarità presso i semplici ed umili patrioti, presso coloro che aspirano a viver meglio, presso i vasti strati di pubblico che, in Grecia come in Italia, provano dispetto ed irritazione verso il mondo della politica. Il suo ritorno da Cipro, dopo la fine della guerriglia, fu un trionfo.
Nell'invocazione con cui la folla lo acclamò (« Dighenis, salvaci! ») confluivano molti sentimenti e passioni: il patriottismo di coloro che sognano la promozione della Grecia ad una funzione preminente nel Mediterraneo orientale ma anche, perchè no, di quello occidentale!... insomma la solita storiella già sentita del disagio di larghi ambienti popolari oppressi dalla povertà eccetera... o anche, da che ci siamo, l'inquietudine di una parte della classe dirigente che vorrebbe un'iniezione di bella gioventù nel vecchio corpo della capitale dell'Ellade.
Grivas, dicevo, ha parlato molto e nello stesso tempo, ha parlato poco; tuttavia l'esposizione dei suoi propositi e delle sue concezioni è rimasta generica. Questa genericità esisteva anche presso il maresciallo Papagos; ma l'uomo era di tale statura morale e civile, era un così autorevole capo militare e un così magnifico signore e gentiluomo, che assumendo il governo dopo l'invasione, la guerra civile e con lungo periodo di instabilità ministeriale potè effettivamente imprimere alla cosidetta cosa pubblica uno slancio di cui si ebbero gli esempi nell'azione di Cipro da un lato, nella riforma economica e nell'impulso al progresso del paese dall'altro. Il caso di Grivas è alquanto diverso. Grivas dovrebbe, alla stessa maniera di Papagos, mettersi nelle mani dei politici e dei tecnici per dar forma concreta alla direzione dello Stato; ma il dubbio che sorge è se egli abbia da un lato l'autorità e l'ascendente di Papagos, dall'altro se egli saprebbe moderare la propria influenza e il proprio intervento quando il parere dei competenti dovesse prevalere per il bene del paese e, non da ultimo, se metterà a tacere, una volta per tutte, le micidiali armi automatiche in suo possesso!...

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