11/29/2008

AL RISTORANTE VOLA COLOMBA

Nell’agosto del 2008 un’organizzazione governativa che studia l’opinione pubblica riuscì a stabilire che gl’italiani soddisfatti del presidente del consiglio Berlusconi erano supergiù il 75 per cento sul totale degli aventi diritto a tale sondaggio. Oggi, con l’inverno e la crisi alle porte, gli stessi sono repentinamente discesi al 63 per cento, mentre gli indifferenti sono passati dal 10 al 40-45 per cento. L’italiano ha pagato il conto prima di ricevere la merce, così sbottano quasi tutti quelli sottoposti a tale sondaggio governativo. Insomma, per farla breve, questo è un popolo che guarda le televisione ma non legge le gazzette ufficiali. È proprio sulle gazzette che si scopre cosa il presidente Berlusconi ha preparato per i suoi concittadini, dopo avergliela fatta pagare in anticipo.
L’Italia del prossimo futuro è contenuta in 377 ordinanze del governo Berlusconi, emanate in neanche un anno, e manco discusse in parlamento, come si faceva prima. Con queste 377 (chi dice 378) silenziose leggi, il Cavaliere prepara la più inosservata e la più vasta rivoluzione che il nostro paese (l’Italia) abbia mai conosciuto dall’ottosettanta dell’altro secolo. Tutta la vita giornaliera e anche di quel che resta della vita sociale degli italiani, è regolata ancora dagli antichi codici e ordinanze dello Stato Piemontese, cioè dall’operato di tessitura politica del Conte Camillo Benso di Cavour che organizzò minutamente lo stato poi della giovane Italia (scuole, regolamenti stradali, polizia, esercito, industria, parastato) con un mastodontico complesso di regole e leggi tutt’ora in vigore. Ebbene il Cavalier Berlusconi si prepara a distruggere tutto questo apparato che a sentir Lui è ormai troppo vecchio. Un ristretto numero di suoi legislatori (di cui non si conoscono nemmeno i nomi) è all’opera , per dare all’Italia un’organizzazione degna del ventunesimo-ventiduesimo secolo, dell’età dei missili. Presentiamo ora alcuni cardini fondamentali di questa nuova costruzione legislativa: associazione dei lavoratori (basta con i sindacati di categoria) legati ad i profitti dell’industria, invece di aumenti salariali; parità effettiva tra marito e moglie; scuola gratuita fino a sedici-diciotto anni sia maschi che femmine; cittadini soggetti agli obblighi militari fino a sessant’anni, come gli svizzeri. Un commentatore spiritoso del quotidiano Il Carlino Bologna ha detto : “Sottereremo Napoleone per la seconda-quarta volta!”.
Insomma, meno soldi e meno libertà (reale) è il prezzo che gl’italiani debboo pagare per avere un paese nuovo. Per onestà professionale dobbiamo dire che Berlusconi ha sempre onestamente detto che occorrevano sacrifici. Non ha mai promesso a nessuno il benessere gratuito, il “godi-godi” senza spesa… solo il Cavaliere, solo il suo immenso prestigio nazionale ed internazionale può compiere il miracolo di costringere gl’italiani ad aspettare. Solo con la sua firma contrattuale e televisiva poteva essere accettata questa colossale cambiale.
Il Parlamento (Camera e Senato) esiste tutt’ora con una maggioranza ancora favorevole a Silvio Berlusconi ma non ha più il potere che aveva un tempo. Su certi argomenti, anche scottanti, non si chiede neppure più il suo parere!... Il Cavaliere ha aumentatato del 355 per cento lo stipendio dei propri deputati e senatori togliendo però loro molti diritti. Berlusconi ha tolto qualcosa anche ai giornali, limitando ulteriormente la loro libertà d’informazione. “Durante le istruttorie dei processi voi non potrete più discuterne!” ha detto il Cavaliere ai giornalisti riuniti in congresso ieri a Brescia.
Bisogna riconoscere che all’estero e in Europa il credito del nostro bel paese dopo l’avvento di Berlusconi è alquanto diminuito. È vero che Roma, in ottobre inoltrato, ha chiesto un prestito alla UE, ottenendolo ma nel contempo infliggendo una dura mortificazone all’orgoglio nazionale.
Ma nei mesi scorsi, all’Italia, sono stati offerti altri prestiti. Grandi finanzieri venuti dalle Americhe e dalla Svizzera, si sono dichiarati disposti ad investire il loro denaro in Italia, compreso il martoriato ma pur sempre laborioso Mezzogiorno, nelle varie imprese produttive stimolate dal governo di centro-destra. È questo, sotto molteplici punti di vista, un segno indubitabile di un concreto aumento di prestigio del Cavaliere. Grandiosi progetti per l’estrazione del petrolio dal Sahara, per gl’impianti atomici di ultima e ultimissima generazione, per le costruzioni di nuovi aeroporti militari, hanno riempito di orgoglio la maggior parte della popolazione italiana: “Finalmente non ci limitiamo più ad esportar saggina! (scua de mèlga)”. Ma vicino all’entusiasmo c’è anche del malcontento. Si sono registrati anzi alcuni episodi di “ribellione” come quello del mese scorso avvenuto in Senato. Il Presidente del Senato aveva informato i senatori che il governo aveva abolito (d’amblè) le pensioni a gran parte dei vecchi combattenti. “Su questo argomento” – comunicò Berlusconi – “non ci sarà alcuna discussione!”. Ma i senatori si sono riuniti ed hanno votato contro. Tale votazione contraria non avrà alcun effetto pratico ma è la dimostrazione clamorosa di un pesante malumore che si va diffondendo. Non si può dare un giudizio decisivo su ciò che è ancora in corso. Il quadro potrà essere giudicato quando sarà finito (ammesso che finisca!)… perciò concluderemo il nostro esame lasciando la parola ad un italiano abitante in centr’Italia: “Il nostro paese era ammalato ed ha chiamato un medico di nome Silvio Berlusconi. Questo medico sta facendo al paese una cura ricostituente per mezzo d’iniezioni endovenose. Il medico è sicuramente il migliore di tutti e le cure paiono efficaci… ma, queste cure, vengono fatte da scassati e antipaticissimi infermieri che lavorano con malagrazia”. Questo cittadino non è un deputato o un senatore qualsiasi, è soltanto un guidatore di muletto che staziona nei pressi del noto ristorante Vola Colomba… ma, a noi pare, che si esprima bene.