1/30/2011

GRAZIE LO STESSO PER IL VOSTRO CONTRIBUTO!...



Alcuni di voi (voi chi?!??) mi hanno scritto avantieri di avere non solo individuato Kisacick ma anche di averlo fotografato nei pressi del ex porto commerciale del Reno-Galliera (Bo). Nel mostrare ora la foto, mi sembra di rilevare subito alcune macroscopiche discrepanze. In primo luogo, il luogo. Da molto, troppo (troppo) tempo, il territorio sconfinato e selvaggio (?) del Reno-Galliera è praticamente off-limit, nessun fuorilegge, tantomeno con taglie regional-internazionali, verrebbe mai lo sbuzzo di transitare per quei territori. Tutto il “virtual landscape” è sottoposto da anni al tallone di ferro della famigerata centrale di polizia urbana e digitale denominata appunto “Reno-Galliera x-on x-off”… i suoi temibili scherani, forti di un mandato inter-provinciale illimitato, gli esonera da qualsiasi etica psychical-probatoria o psychically-psychogenic and/or probatoria-discreta e non facendosi di certo nessun scrupolo nel terrorizzare gli sprovveduti automobilisti con salatissime multe e bastonate al calor bianco… (sui loro cromati autovelox portatili campeggia sinistro il Jolly Roger dei terribili policeman padusi)
In secondo luogo, il non-luogo: cioè lo spazio del volto. Sinceramente, detto tra noi (noi chi!?!??) non ci pare proprio di nessuna attinenza con il post-volto del nostro (ma anche vostro!) Kisacick. Se insistete, ci sarebbe lo zigomo destro, stancamente pacato ma levigato dai venti dei balcani, proprio come quello del nostro beniamino… ma non di certo lo zigomo sinistro, che nel nostro risulta sia statico che sfuggente, a volte implacabile! nella sua ambigua kossovaricità… comunque, apprezzo molto il vostro sforzo! Perciò continuate a mandarmi reperti e tracce che aiutino (ma aiutino chi!??!?) a stanare probabilmente il più temerario e misterioso bandito che l’intera città di Sofia (saliente del Martignone compreso) ricordi...

1/22/2011

KISACICK, SE LA RIDE!...


Stoil Slalov, probabilmente l’ennesimo alias di Kisacik (nella foto) è uno dei proprietari di Interpetroleum and Partners, che aveva legami con l’obsoleto SIC and (sic).
Nel corso degli ultimi anni Interpetroleum and Partners è stata una tra le imprese con fatturato più alto. Slalov è anche uno dei proprietari del club di calcio Slaviya insieme a Ventsislav Stefanov, capo della squadra di calcio e azionista di SIC. Stefanov è stato recentemente coinvolto in un deal (break-dance) ombreggiato con collegamenti al Consiglio Comunale di Sofia.
Interpetroleum and Partners è un'azienda che si occupa di carburante, olio, minerale e commercio di metalli vari. Tra i proprietari sono Stoil Slalov, Krassimir Marinov "Marguin", Malden Mihalev "Madzho", Rumen Nikolov "Pashata" e Dmitrii Minev "Dimata Rusnaka (detto il russo)".
Nel 1993 scoppiano scontri tra le imprese gestite da ex poliziotti e quelle gestite da ex atleti come i fratelli Iliev.
Nel 1994, Dimitrov fondò in collaborazione con Georgi Iliev (fratello di Vassil Iliev) una società in comune dal nome impronunciabile e non ancora pervenutoci...
nel mentre, Vassil Iliev, venne ucciso da "non si sa chi" (altro nickname!)…
Il presidente del gruppo, Vassil Iliev, è stato ucciso nel 1995. Gli altri, l'anno dopo...
Kisacik, ancora una volta, pare uscirne illeso!... (allimortacci!)…

1/09/2011

NELLY GRAY vs GOFFREDO (NICKNAME DI MUSTAFÀ KISACIK)



Le lancette dell'orologio negli occhi e quel rumore sordo nel cervello, lo scandire monotono del tempo, senza intermittenze, come un cuore perfetto, regolare, assurdo, spaventoso. Mi batteva il sangue alla tempia (o alle tempie), quella sera; invano cercavo di regolare i miei passi per interrompere all'improvviso quel senso acuto di mortificazione, quell'acuta ribellione contro me stessa, costretta a compiere ogni giorno le stesse azioni con logica meticolosità.

Guardavo con avidità e rammarico la gente che passeggiava, spensierata, le fuoriserie che scivolavano silenziose, si respirava il fremito che c'era nell'aria della capitale bulgara al termine di una giornata. Anche la mia giornata stava per finire, senza imprevisti.
Da anni essa era regolata dall’unica lancetta del mio k-orologio custom, dalle quotidiane necessità di ottemperare, senza ribellione, agli ordini invisibili che mi giungevano da una misteriosa stazione di controllo k-remoto.

Strani pensieri mi tormentavano quella sera. Un sentimento quasi di colpa, anche se la vita
era stata sempre tutta limpida. Eppure mentre affrettavo il passo nelle strade che, avvicinandosi alla mia casa, si facevano sempre più silenziose e deserte, una domanda mi sorgeva come una angoscia dal fondo della k-coscienza: « Che dire a quel cazzone di Goffredo? Come giustificar il mio ritardo? ».

Non era mai accaduto che arrivassi dopo le otto. Il negozio di ninnoli bulgari-croati chiudeva
alle sette e mezzo-7 e l'autobus, il 77 barrato, che stava proprio di fronte alle 7 saracinesche dell'orsa. Bastava che attraversassi la strada per essere poi ingoiata dal pesante automezzo che trasportava ogni sera la mia stanchezza fino al quartierino (dove vivevano i furbetti) all'ultimo piano di una casa k-popolare. Goffredo, l’ultimo dei furbetti, arrivava prima di me. Faceva lo straordinario, dalle quattro alle quattro e sei-4 eccetera...

Al solito lo trovavo sbragato nel quarto salotto, mezzo ubriaco di Cynar, accanto alla stufetta patrimoniale, con la Gazzetta dello Sport kossovaro srotolata al fianco atrofizzato. Si alzava subito appena sentiva il mio passo nel corridoio e mi veniva incontro, poi stramazzava al suolo e questo, tutte le sere! Da che la Bulgaria è la Bulgaria!...

Che strano, a pensarci, anzi, a ri-pensarci, da ragazza avevo sognato sempre di compiere io con eguale viva emozione quel breve tragitto prima di gettarmi nelle sue braccia per poi stramazzare. Quando sposai Goffredo, egli mi aveva promesso che sarei stata la sola regina del suo spaventoso focolaio epidemico (febbre elevata intorno a 40° C, insorta 3 giorni prima, associata a dolori intensi agli arti inferiori ma anche a quelli superiori che a volte lo risvegliano dal suo terribile letargo notturno. Presenta poi, dal terzo giorno 3, una sintomatologia simile a quella del primo giorno primo, con epigastralgie e vomito verdazzurrognolo come la terra vista dalla luna... cazzo! Ma poi non mi va anche a guarire spontaneamente!).

Solo avantieri mi fa: « Ti licenzi dal negozio e assumi un altra identità e poi ripari all'estero e se l'estero si chiama Città del Vaticano tanto meglio!». La ditta dove lavorava Goffredo aveva chiuso per fallimento e dopo alcuni mesi di disoccupazione, i più tristi della nostra vita in comune, era finalmente riuscito a impiegarsi in un'altra ditta, ricominciando da capo quella che lui, eufemisticamente, chiamava una sporca carriera… ma era soltanto un tirare coi denti lo stipendio mensile dell’agenzia di killeraggio Kintex, quando non c'erano trattenute per malattie o per scioperi organizzati dalla Federazione Impiegati Operai Metallurgici (FIOM) della capitale bulgara.

Non dovrei parlare cosi, perché ci vogliamo bene e poi siamo ancora abbastanza giovani per non pensare affatto al sol dell'avvenire. Senonchè qualche volta può accadere che una donna bulgara e con moneta ancora propria, perda la fiducia in se stessa, nell'Euro e nel'uomo che ama.
Allora si ha davvero paura dell'avvenire, che appare dinanzi agli occhi come un sole spento, come una sfilata di giorni tutti uguali, colmi di noia e di disperazione post o infra-europea che sia!...

— Sai che facciamo stasera? — mi aveva detto avantieri Lucilia, la mia amica più fica — andiamo dal vecchio Doney-Star, in piazzale Magenta a prendere l'aperitivo! Ti accompagno con la mia fuoriserie targata k-Bertone!...
La fuoriserie di Lucilia era una vecchia utilitaria prebellica ma già bombardata e l'invito le era venuto spontaneo per il fatto molto semplice che durante tutta la giornata mi aveva vista in quello stato di insopprimibile k-malinconia. — Su con la vita, piccola katy! — aveva esclamato Lucilia — vedrai che ambientino e che happy hour da Doney-Star! Alle otto troveremo tutti i massimi esponenti dei servizi segreti bulgari della "Kintex"...

Che sciocchezze! Si dice così per tagliare fuori la monotonia e uscire dalla strada di ogni giorno. Per il solo gusto di pensare a qualcosa di diverso. Sì, lo confesso, l’agente Manfredino Valli mi piaceva. Era un agente segreto che conoscevano tutti a Sofia ma anche al di fuori della capitale, anche se a Goffredo non piaceva affatto. Beh, non credo che ci sia niente di male. Anche se poi divenni tutta rossa quando Lucilia me lo indicò per davvero.

Come sempre accade in simili circostanze, restai un poco delusa, la fantasia di noi donne bulgare galoppa sfrenata e a volte ci costruiamo una realtà k-virtuale assai diversa dalla virtuale k-realtà. Bevemmo l'aperitivo, sgranocchiando delle patatine e quando uscimmo per Via non[---] non sa[…] cazzarola! Chi si ricorda più!?!...

Goffredo (cuor di Buglione) non mi aveva mai portata da Doney-Star, e manco m’aveva mai portata in una k-pizzeria, insomma non si usciva mai dopo cena e tutti i nostri divertimenti si limitavano ad una rapida e scomodissima scopata incastrati nei quattro sottoscala di casa sua o mia che sia...

Mi sentivo ancora alle gambe(1&2) una strana stanchezza post k-coito… un ronzio alle tempie(2) l'ascensore (unico) stava funzionando?... chi stava salendo?... nervosamente infilai la chiave nella toppa e entrai nell'anticamera. Subito guardai verso il soffitto. Nessuna luce filtrava nel corridoio e la cara e stridula voce di Goffredo non mi arrivò come ogni sera. Mi tolsi in fretta il soprabito di carta, mi tolsi le scarpe e svitai i tacchi con gli spilli avvelenati, tolsi poi veloce la sicura alla guepiere metallica, feci scivolare il fosforo bianco attraverso le preziose culotte di k-raso... accesi la luce e quello che vidi non pot[---]

[ fine della quintultima puntata ]